Visita d’istruzione delle classi III D e III E di Solero
Venerdì 20 novembre 2015
Il primo passo per conoscere una città è quello di apprezzarla dal punto di vista artistico e culturale.
Innanzi tutto, dobbiamo sfatare il mito di Milano “città turistica” poco interessante. La capitale economica dell’Italia è certamente meno stupefacente di Roma, Firenze o Venezia ma è comunque ricca di storia, di cultura, di “vita”. Le sue bellezze sono talvolta evidenti (il Duomo, il Castello Sforzesco), a volte più discrete (Sant’Ambrogio, il Teatro alla Scala), spesso completamente nascoste (Santa Maria presso San Satiro, Santa Maria delle Grazie con il Cenacolo vinciano).
In realtà, è questa specie di “caccia al tesoro” per le strade di una città moderna, frenetica, multiculturale che rende la visita emozionante. E’ questa la Milano che noi cercheremo di scoprire durante la “nostra” giornata. Ecco, a grandi linee, il percorso che faremo.
Il viaggio
Ore 7,15: Ritrovo presso l’atrio della Stazione di Alessandria. Il treno partirà alle 7,28.
E’ il treno che utilizzano i pendolari, cioè coloro che si recano quotidianamente a Milano per lavoro. Le Ferrovie non consentono di riservare i posti e c’è il rischio che alcuni debbano fare il viaggio in piedi. Se ci muoviamo con un po’ di anticipo, però, possiamo sperare in un nostro spazio.
Arrivo alla Stazione di Milano Porta Genova alle ore 8,36.
La Metropolitana
Ci immergeremo subito nella vita milanese, sperimentando la sua efficiente linea metropolitana: prenderemo prima la Linea 2 Verde fino alla stazione di Cadorna e poi la Linea 1 Rossa, fino a Palestro. Il tutto … sotto terra!
La Milano della solidarietà: l'Istituto Ciechi
E’ la nostra prima tappa, nel cuore dell’elegante quartiere di Monforte. In questo prestigioso luogo di innovazione e di solidarietà, daremo vita al nostro emozionante ‘Dialogo nel buio’(www.dialogonelbuio.org)
La Milano della Moda, della Cultura e della Fede
Milano è stata ed è ancora capitale italiana della moda, intesa come grandi firme, ma anche come tendenze, originalità e innovazione estrema. Il settore terziario in generale (servizi, finanza, cultura, moda, editoria) è per la città una importante fonte di ricchezza, anche in questa sua manifestazione più “trendy”. Fedele alla sua natura di città dai mille volti che convivono, Milano unisce agli aspetti più vivaci angoli di storia e di riflessione ...
Itinerario: da Corso Venezia imboccheremo Il Quadrilatero della moda (Via Spiga, Via Sant’Andrea, Via Montenapoleone) per poi giungere in Via Manzoni, che ci porterà direttamente in Piazza Scala e, attraverso la Galleria Vittorio Emanuele II, al maestoso Duomo.
Pranzo in centro: la Milano degli affari
Pranzare in centro a Milano può non essere rilassante, ma sicuramente racconta molto della vita di una città che è la capitale economica dell’Italia. Potremo pranzare presso uno dei tanti locali per giovani della zona (Spizzico, McDonald’s, menù intorno ai 5/6€) o negli eleganti caffè (è possibile anche il pranzo al sacco da casa passeggiando in strada pedonale).
Itinerario: lasciata Piazza Duomo raggiungeremo la vicina Piazza Cordusio, longobarda di origine, liberty di concezione, oggi trafficatissima sede di prestigiose Assicurazioni, Banche, uffici.
Pranzeremo tra Cordusio e Via Dante, in zona pedonale. Attraverso una piacevole passeggiata ci tufferemo nel passato ‘signorile’ della città, arrivando al Castello Sforzesco.
La Milano dell’Arte e della Scienza
Dopo averla incontrata ‘sotto terra’, faremo la conoscenza con la pittoresca piazza Cadorna, da cui arriveremo, attraverso una bella passeggiata, al quartiere Sant'Ambrogio, che prende il nome dalla splendida basilica romanica, tempio della cristianità. Poco distante si trova il Museo della Scienza e della Tecnica, che visiteremo.
Il quartiere dei Navigli e “Il Ticinese”
E’ il cuore semplice e popolare della vecchia Milano. Dove un tempo sorgevano, con i loro forti profumi, le botteghe dei “formagiatt” (i produttori di formaggio), adesso si succedono negozi di artigianato, locali alla moda, antiquari. Attraverso il quartiere “Ticinese”, considerato oggi giovane, etnico e alternativo, sebbene ricco di storia antichissima, si arriva ai Navigli, canali d’acqua progettati nel medioevo per collegare Pavia a Milano, che disegnano il panorama di vecchi cortili e case “di ringhiera”.
Itinerario: lungo il Corso di Porta Ticinese vedremo la basilica di Sant’Eustorgio (uno dei più importanti e antichi luoghi di culto di Milano) e le Colonne di San Lorenzo, testimonianza della Milano romana. Percorreremo a piedi un tratto del Naviglio Grande per poi giungere alla Stazione di Porta Genova. Con il treno delle 18.08 torneremo ad Alessandria, dove l’arrivo è previsto per le 19,43.
Leonardo, un genio in città
1) Leonardo da Vinci arrivò a Milano nel 1482, all’età di trent’anni. Per farsi invitare alla corte degli Sforza, l’artista aveva scritto a Ludovico il Moro una lettera di presentazione, nella quale diceva di essere un abile ingegnere, capace di costruire macchine militari, strade e ponti. Arrivato a Milano, Leonardo sfruttò il suo genio eclettico. Si cimentò come costruttore militare, ma produsse anche opere d’arte come affreschi, sculture, dipinti. 2) Studiò come scienziato, fisico, matematico, lasciando appunti fondamentali in parte raccolti nel Codice Atlantico. Il suo genio veniva sfruttato anche per preparare la scenografia a feste e banchetti. Leonardo lasciò Milano nel 1499, al tramonto del potere degli Sforza. Vi ritornò tra il 1506 e il 1513.
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Sant’Eustorgio
E’ uno dei più importanti luoghi di culto di Milano. L’edificio originario venne eretto nella zona di un cimitero nel IV o V sec. d.C. e arricchito all’epoca dei Visconti e degli Sforza. La facciata, in stile neoromanico, è dell’Ottocento. Si dice che fu proprio Sant’Eustorgio a volerne l’edificazione. Il santo era in possesso delle reliquie dei Re Magi (Gaspare, Melchiorre e Baldassarre), arrivate direttamente da Costantinopoli, racchiuse in un pesante sarcofago trainato da buoi. Ai tempi del Barbarossa le reliquie furono trafugate e portate a Colonia. Solo nel 1903 furono in parte restituite.
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Colonne di San Lorenzo
Sono 16 colonne alte 8 metri e mezzo e provengono da un tempio del II-III secolo. Furono portate qui per far parte di un quadriportico antistante la facciata, ormai scomparso. Al centro della piazza si trova la statua di Costantino (una copia dell’originale) posta per ricordare l’editto di Milano promulgato dall’imperatore nel 313 per dare libertà di culto ai cristiani.
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Piazza della Vetra
E’ una delle poche piazze verdi della città. Nei secoli passati era la zona dei conciatori di pellami (chiamati “vetraschi”) ed era attraversata da un corso d’acqua maleodorante. Dal ‘400 all’ ‘800 qui avvenivano le esecuzioni capitali, tra cui quella di alcune donne sospettate di stregoneria.
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Piazza del Duomo
E’ il cuore della città. Ospita il Duomo e il monumento equestre a Vittorio Emanuele II, il Re Galantuomo, come veniva chiamato dai cittadini. Qui, prima della nascita del Duomo, si trovavano due chiese, Santa Tecla e Santa Maria Maggiore; la prima fungeva da chiesa estiva, la seconda, più piccola, da chiesa invernale. Fino al XVIII secolo, la piazza – molto più piccola per dimensioni – ospitava bancarelle di ogni genere, negozi di carne e di pollami, erbivendoli, pescivendoli. L’attuale sistemazione durò 17 anni, risale al 1877 ed è opera dell’architetto Giuseppe Menegoni, il quale morì precipitando da un’impalcatura su cui era salito per ammirare il suo lavoro.
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Galleria Vittorio Emanuele II
Costruita tra il 1865 e il 1878 collega Piazza del Duomo a Piazza della Scala. E’ dedicata al primo re d’Italia e ospita negozi eleganti, ristoranti rinomati, librerie che si susseguono sotto una struttura in ferro e vetro. Un tempo, la sera, la galleria veniva rischiarata da 600 fiammelle a gas. L’accensione avveniva grazie al ratin (topolino), un piccolo attrezzo a vapore con due stoppini infuocati che, agganciato a due binari aerei, percorreva la galleria accendendo le fiammelle.
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Piazza della Scala e Teatro alla Scala
1) La piazza è dominata dal Teatro alla Scala, costruito nel 1776-78 per volere di Maria Teresa d'Austria, su progetto dell'architetto Giuseppe Piermarini, nel luogo dove prima sorgeva la basilica di Santa Maria alla Scala (XIV secolo). Edificato in puro stile neoclassico, il teatro venne rimaneggiato diverse volte: nel 1867, nel 1921 durante la direzione di Arturo Toscanini e ancora alla fine della seconda guerra mondiale, quando, l'11 maggio del 1946, Toscanini stesso diresse uno storico concerto per celebrare la riapertura dell’edificio, restaurato dopo i gravi danni subiti durante i bombardamenti alleati. 2) Annesso al teatro fu costituito, nel 1913, il Museo teatrale alla Scala, arricchito dalle donazioni di documenti, cimeli, quadri. Nel corso della sua storia, il teatro ha ospitato grandi compositori come Verdi, Rossigni, Bellini, Donizetti, Puccini, Ponchielli, Wagner, Strass, Debussy. Tra i grandi direttori: Riccardo Muti, Claudio Abbado, Maurizio Pollini. Fra i cantanti su tutti spicca Maria Callas.
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Piazza Cordusio
Il nome deriva da curtis ducis, la “sede del duca” di età longobarda. Gli imponenti palazzi delle Assicurazioni Generali, del Credito Italiano e delle Poste risalgono ai primi anni del ‘900.
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Piazza Affari
Ci troviamo nel quartiere finanziario della città, come ricordano i nomi di alcune vie circostanti (Via Zecca Vecchia, Via Moneta, Via del Bollo). La piazza ospita il Palazzo della Borsa, edificato nel 1931. “Piazza Affari”, nel gergo finanziario e giornalistico, è sinonimo della Borsa di Milano.
Dal 1991 essa è l’unica borsa italiana e ha soppiantato le altre dieci Borse valori situate nelle principali città italiane (Genova, Torino, Trieste, Venezia, Napoli, Palermo ecc). Dal 1994 tutte le contrattazioni avvengono attraverso un circuito telematico.
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Castello Sforzesco
1) Una prima rocca a scopo difensivo venne costruita per volere di Galeazzo Visconti nel 1368. Dopo circa un secolo, Francesco Sforza volle ampliare la rocca e il figlio Galeazzo Maria ne fece addirittura la sua residenza. Ma l’impronta più duratura venne data da Ludovico il Moro (fine Quattrocento), che chiamò a lavorare a corte il Filerete, Donato Bramante e Leonardo da Vinci.
2) L’antica rocca si trasformò in uno sfarzoso castello dove si svolgeva una vita piena di lussi, feste, conversazioni profonde o mondane. Molto apprezzati erano anche i giochi di società come le carte e gli scacchi. Il XVI secolo vide il dominio spagnolo a Milano e il castello tornò ad essere una roccaforte munita di mura imponenti. 3) Nel 1733 l’assedio delle truppe francesi lasciò il castello in cattivo stato tanto che Napoleone pensò di demolirlo. Alla fine dell’Ottocento si decise di riportarlo allo splendore del periodo sforzesco. I lavori terminarono nel 1905; il Castello fu purtroppo danneggiato dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. La torre centrale si chiama Torre del Filarete, in onore dell’architetto rinascimentale.
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La Rinascente
La Rinascente, per i milanesi, non è semplicemente un grande magazzino ma un simbolo. Venne fondata nel 1889 con il nome di “Alle città d’Italia” su iniziativa dei fratelli Bocconi. Fu il poeta Gabriele D’Annunzio a trovarle il nome definitivo. Un incendio nella notte di natale del 1918 e i bombardamenti del 1943 costrinsero La Rinascente a cambiare sede. Solo nel 1950 è approdata all’attuale indirizzo in Piazza del Duomo. Vi si trovano solo marche prestigiose e, in fatto di abbigliamento, La Rinascente possiede una sua griffe personale. I prezzi sono all’altezza della fama.
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Piazza San Babila
La piazza non è particolarmente bella ma è uno dei punti nevralgici della città. Gli edifici risalgono per lo più agli anni ’40, ’50 e ’60. Unica eccezione la basilica di San Babila, di antiche origini ma pesantemente restaurata ai primi del XX secolo. In questa chiesa, l’8 marzo 1785, fu battezzato Alessandro Manzoni. Per abbellire la piazza è stata costruita una moderna fontana.
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Piazza Fontana
Prende il nome dalla fontana disegnata dal Piermarini nel 1782. Il nome “piazza Fontana” riporta alla memoria degli italiani l’attentato terroristico nella sede della Banca dell’Agricoltura. La bomba esplose alle ore 16,37 del 12 dicembre 1969, causando molte vittime. La strage e i nomi ad essa collegati (l’anarchico Pinelli, che precipitò nel cortile della questura; il commissario Calabresi, responsabile delle indagini ed in seguito assassinato) sono entrati a far parte della storia di Milano.
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Palazzo Reale
L’edificio, in stile neoclassico, è opera di Giuseppe Piermarini e sorge su un preesistente palazzo del Trecento. Nell’Ottocento l’edificio venne ampliato; nel 1936 venne amputata l’ala destra; nel 1943 fu seriamente danneggiato dai bombardamenti e poi restaurato.
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L’istituto dei ciechi di Milano
L'ideazione dell'Istituto risale al 1836, quando Michele Barozzi avvertì l’esigenza di organizzare un centro per i non vedenti a Milano e i Conti Mondolfo finanziarono il progetto. La generosità si dimostrò contagiosa e in pochi anni le iniziative si moltiplicarono: nel 1864, l'Istituto di Milano adottò, primo in Italia, l'alfabeto "Braille", destinato ad assumere una così grande importanza nella istruzione dei ciechi. Subito dopo venne creato l'Asilo per i bambini ciechi, in quanto era indispensabile avere una scuola materna, preparatoria.
L’attuale sede di via Vivaio fu progettata dall'Arch. Giuseppe Pirovano ed edificata in seguito ad un importante lascito. Nel 1926 l'Istituto dei Ciechi è stato dichiarato Istituto Scolastico e posto alle dipendenze del Ministero della Pubblica Istruzione. All’epoca comprendeva le elementari e la Scuola di Avviamento Professionale per ciechi (laboratorio di vimini, falegnameria e maglificio). Negli ultimi decenni sono state compiute importanti scelte per orientare l’Istituto verso nuovi servizi più aderenti ai moderni concetti di assistenza e di educazione. Particolarmente prezioso è il servizio di consulenza, che ha in carico oltre 200 allievi, non vedenti e ipovedenti, nei diversi tipi di scuole e istituzioni educative delle province di Milano, Como, Cremona, Lodi, Varese, Alessandria, Novara e Piacenza.
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Porta Genova
I primi binari arrivano a Milano alla fine degli anni Trenta del XIX secolo, quando l'imperatore Ferdinando I d'Austria concede "il privilegio per la costruzione di una strada a rotaie di ferro da Milano a Monza" alla ditta Holzhammer di Bolzano, sulla base del progetto presentato dall'ingegnere milanese Giulio Sarti. Questa linea, aperta nel 1840, risulta essere la prima ferrovia lombarda, nonché la seconda in Italia dopo la Napoli-Portici. La stazione di Milano Porta Genova è una delle 23 stazioni e fermate ferroviarie di Milano, la più antica ancora in uso nelle sue forme originali. Fu inaugurata il 17 gennaio 1870, con il nome di Milano Porta Ticinese, come punto di fermata della ferrovia per Mortara. Cambiò il proprio nome ufficialmente in Milano Porta Genova nel corso del 1923.